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La guerra di Piero


Monte Novegno, 2 agosto 2016

Ho sentito soltanto poco fa, l’orologio di Valli che sonava le undici: poi un brusio di autocarri che giù, nella strada di Valli trasportano truppe. Dove, non so … Ma se con un dito allargo un poco l’abbottonatura della tenda … vedo proprio di faccia il disco lucido della luna  e per l’aria diffuso chiarore di Plenilunio”.

 

Piero Calamandrei.jpgÈ una notta d’estate del 1916 e dopo il concitato mese di maggio con la Offensiva di primavera (Straffexpedition) ora sul monte Novegno si riposa tranquilli.

A scrivere queste righe è Piero Calamandrei, un ufficiale non più giovanissimo tanto che avrebbe potuto starsene a casa, laggiù nella sua Firenze dov’era nato o a Messina dove aveva trovato lavoro come insegnante universitario. Invece, mosso da ideali patriottici, si arruola, vuole fare la sua parte di soldato per la difesa dell’Italia. 

Pian delle Fugazze1916.jpg

Dalle retrovie

È fortunato, non ha un ruolo operativo, non è inchiodato a una trincea, come succederà a molti, Lussu per esempio (1), anzi il suo appartenere alle retrovie con funzioni di supporto gli permette di vedere un ampio arco dello scenario di guerra tra il Novegno, il monte Pasubio e i Lessini.

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Copertina della mappa che Piero Calamandrei aveva nel suo soggiorno di Posina

Si muove nelle retrovie giunge a San Vito di Leguzzano poi Monte di Malo e Schio. Da Vicenza si sposta a Valli del Pasubio poi ad Anghebeni in Vallarsa e così per tre anni segue gli scenari di guerra toccando le principali località dell’alto vicentino, si ferma in particolare nella valle di Posina tagliata dalla linea del fronte, ma soggiorna anche ad Arsiero, Meda, Marano, finché il 3 novembre 1918 è tra i primi a entrare in Trento liberata, avventura che poi racconterà in più conferenze pubbliche.

Monte pasubio 1916-06-21

21 giugno 1916: traino di cannoni in val Canale

Lettere e foto

Piero Calamandrei in questo periodo giovanile ha due particolarità: è innamorato della sua fidanzata e poi moglie Ada Cocci e ha una macchina fotografica. Scrive ad Ada quasi ogni giorno, le descrive la sua situazione le sue amicizie, la vita come scorre in questi scenari di guerra “come se in realtà il dialogo fosse un dialogo con sé stesso”. Il possesso di una macchina fotografica portatile gli permette di scattare foto e di ognuna annota diligentemente il contenuto, porta a sviluppare i rullini e poi spedisce le foto ad Ada accompagnandole con le sue osservazioni. Molte immagini sono annotate con frecce o accompagnate da illustrazioni quasi volessero trasportare la fidanzata a conoscere persone e luoghi dove Piero sta vivendo.

Calamandrei a Posina 1916

Calamandrei a Fusine di Posina nel natale 1916

 

Il corpus di fotografie scattate è così diventato un’importante testimonianza storica e della guerra e delle località visitate. Le foto di Anghebeni o Parrocchia con le case ospitali e poi le stesse case fotografate con muri anneriti e senza più tetto e solai sono un’immagine chiara di cosa succedeva ai paesi di confine attraversati dalla linea del fronte.

Calamandrei lettere copia.JPG

Bella la fotografia di Contrada Bazzoni presa dal ponte sul fiume Posina, così come tutte quelle che ritraggono gli insediamenti montani in quei luoghi periferici che imporvvisamente si trovano al centro dell’attività bellica.

Bazzoni 1916

Posina, Contrà Bazzoni presso Fusine ripresa dal ponte sul torrente

Burattini e cuccagne

Poi ci sono le foto di soldati, che ritraggono la vita quotidiana di chi per mestiere deve usare le armi.

Bellissimo il ritratto del soldato ferito: vista la macchina fotografica si alza dalla barella di legno e chiede una foto, sorridendo.

Calamandrei ferito che ride

Il soldato era stato ferito durante un bombardamento sul monte Pasubio. Portato a valle vide Calamandrei con la macchina fotografica e chiese una foto

 

Oltre alle manovre militari, ai ritratti dei suoi commilitoni colpiscono le foto dei momenti di riposo, quando i rudi soldati di trincea, quasi tornati bambini, si divertono a scalare l’albero della cuccagna o restano affascinati dal teatro dei burattini.

Cuccagna 1918

Il palo della cuccagna per i soldati. Pasqua 1918

Teatro dei burattini 1918

Teatro dei burattini nelle retrovie 1918

Otto “disertori”

Parrocchia distruzioni 1916

Il centro di Parrocchia nel 1916

 

La grande Guerra è anche un momento di riflessione e di maturazione personale, soprattutto nel momento in cui Calamandrei viene esplicitamente sollecitato a fare il difensore d’ufficio di alcuni soldati accusati di diserzione. Si schernisce, è solo uno studioso di giurisprudenza anche se con la competenza di un professore universitario, ma non ha mai esercitato da avvocato, non conosce le tattiche processuali quelle del codice militare di guerra poi! Infine deve accettare, i “disertori” devono essere processati subito e, formalmente, il processo non può avvenire senza un “difensore”. E così Piero Calamandrei interseca la sua vita personale con quella di quei disgraziati che rischiavano la fucilazione.

Quegli otto, ora affidati alla mia difesa, erano arrivati in autocarro, a notte fonda, durante un’avanzata in Vallarsa. Erano allora in dodici compreso il caporale che li comandava: li avevano fatti scendere dove la strada diventava impraticabile a causa delle buche delle granate, coll’ordine di proseguire a piedi verso la prima linea. “Lo vedete anche voi dove andare” … Avevano fatto a piedi chilometri e chilometri in quel buio rigato dalle comete dei riflettori e arrossato in lontananza dalle vampate del bombardamento. Ogni tanto dovevano addossarsi alle macerie per lasciar passare cortei di ombre: barelle di feriti, salmerie che portavano il rancio in trincea.

“Dov’è Valmorbia?”

“Un chilometro più avanti”

La notte era passata così, alla ventura, come un sogno: all’alba i carabinieri di servizio nell’immediato retrofronte li avevano trovati tutt’e dodici ammucchiati come bestie.

E pensare che erano quasi arrivati ma il loro perdersi divenne colpa di diserzione. Calamandrei si batte con l’unica tattica possibile, esibisce i vizi formali e riesce a rinviare il processo.

Maturazione

Calamandrei 1916-04-28

Piero Calamandrei con alcuni commilitoni nell’aprile del 1916

 

Questo episodio segna un punto importante nella maturazione personale di Piero Calamandrei, dove la retorica della guerra e dell’eroismo si scontra con la polvere il sudore, la stanchezza dei soldati.

E così nel tempo le riflessioni di Calamandrei volgono la loro attenzione ai soldati e alla loro condizione obbligata, costretti a spararsi l’uno contro l’altro con obbedienza cieca senza comprenderne il motivo. E questo vale per tutti: sottoposti di lingua italiana e sottoposti di lingua tedesca.

Un libro

La vicenda di Calamandrei durante la grande guerra passata quasi tutta sui monti del vicentino è narrata in un bel libro curato dalla storica Silvia Bertolotti con l’aiuto di Carlo Fantelli.

Si chiama CONTRASTI, è edito dalla Fondazione Museo Storico del Trentino ed è ricchissimo di fotografie in gran parte scattate nei paesi, nelle piazze, nelle contrade, sui monti che vediamo da casa.

 Calamandrei Contrasti.jpg

Una presentazione in piazza

Domenica 22 luglio alle ore 20:30 il libro verrà presentato a Posina nella piazzetta Karl Hammer, dietro la chiesa di Posina

Eventi 2018 Posina.JPG

 

Si ringrazia Silvia Bertolotti e Carlo Fantelli per il materiale messo a disposizione

 


Del libro hanno parlato anche

Notizie biografiche su Piero Calamandrei si trovano qui: http://www.treccani.it/enciclopedia/piero-calamandrei/


(1) L’esperienza di Emilio Lussu durante la prima guerra mondiale è raccontata nel libro Un anno sull’altopiano, dal quale è stato tratto il film di Dino Rosi, Uomini contro.

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17 commenti su “La guerra di Piero

  1. Anonimo
    21 luglio 2018

    Non è una SPEDIZIONE ma un’OFFENSIVA di PRIMAVERA…

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    • accogliamoleidee
      21 luglio 2018

      La Strafexpedition è parola tedesca che significa esplicitamente Spedizione punitiva. Fu chiamata anche Battaglia degli Altipiani (riferendosi agli scontri sull’Altopiano dei Sette comuni). Vero è che fu chiamata anche Offensiva di Primavera. Se si fa riferimento alla primavera il termine più corretto è effettivamente “Offensiva”. Grazie della segnalazione.

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    • Anonimo
      21 luglio 2018

      Se non si sa (meglio quindi tacere!!!) non è vero che FU CHIAMATA ANCHE… Ufficialmente, per gli Austriaci, era l’OFFENSIVA DI PRIMAVERA (non anche…) oppure OFFENSIVA DEL TRENTINO, o anche OFFENSIVA DI MAGGIO, cui corrispondono i dei precisi vocaboli FRÜHJAROFFENSIVE e SÜDTIROLOFFENSIVE (non anche… e basta!!!). Il termine tedesco STRAFEXPEDITION è stato “inventato” dagli stessi italiani (Servizio di Propaganda Italiano) per screditare il nemico troppo vendicativo. Meglio quindi non divulgare notizie pressapochiste ed inesatte.

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    • accogliamoleidee
      21 luglio 2018

      E adesso chi glielo dice alle dozzine di docenti universitari, all’editore Feltrinelli, all’editore Hoepli, perfino la Rai, tutta gente che ha usato il termine Strafexpedition sulle copertine dei libri, sui programmi d’esame, su ricerche universitarie, perfino su documentari trasmessi in TV?

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  2. Anonimo
    21 luglio 2018

    Glielo dica Lei, Direttore!!!

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  3. Anonimo
    21 luglio 2018

    Si vada a leggere, caro Direttore, un interessante articolo di Mariano De Peron su una pubblicazione di AQUILE IN GUERRA di una decina di anni fa (non le dico il numero di riferimento… è giusto che fatichi ad andarselo a cercare) in cui del termine di STRAFEXPEDITION, in Italia, si inizia a parlare solo dopo il 1931, cosicché sarà Lei ad andarlo a dire a tutta quella lista che ha sciorinato in precedenza…. come d’altronde le ho suggerito di fare.

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  4. Anonimo
    22 luglio 2018

    Se ne faccia una ragione, caro Direttore, che il termine STRAFEXPEDITION, da lei classificato con ostinazione di etimologia tedesca (errato!), è stato coniato dagli stessi Italiani che continuano ad usarlo tutt’oggi in tutte le maniere e per tanti altri motivi per identificare un ben preciso e tragico evento della Grande Guerra. Gli Austriaci MANCO LO CONOSCEVANO; hanno adottato infatti altre terminologie univoche come le ho enunciato antecedentemente e che lei si ostina a non recepire e a non digerire, adattando le logiche dei suoi distorti discorsi al suo tornaconto… Qualora essi, gli Austriaci, lo abbiano in qualche modo usato è perché, casomai, lo avrebbero “ereditato” dagli stessi Italiani, che hanno in tutti i modi voluto demonizzare/screditare gli ex alleati della Triplice Alleanza, con una giusta propaganda di guerra, verso il suo ideatore: Franz Conrad von Hötzendorf. SOLO GLI ITALIANI hanno usato ed usano a tutt’oggi questo termine tedesco (che sembra tale ma che non lo è, poiché è una traduzione letterale italiana), attribuendone la paternità originale agli odiati nemici che parlano tale lingua. Non si ostini a confondere i lettori con illogici richiami, come hanno fatto credere certi Italiani agli stessi Italiani. Gli Editori, i Mass Media nazionali e gli studenti hanno da sempre usato questo termine per convenzione e non per esatta derivazione etimologica… Tutto qui.
    Veda il mio amico Mariano De Peron nelle sue ricerche negli archivi dell’Ufficio Informazioni della 1^ Armata, a Verona!!! Cerchi d’essere un bravo Direttore e non un mediocre Scribacchino, riportando strani fraseggi e stonate partiture da musicista dilettante!

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    • accogliamoleidee
      22 luglio 2018

      Caro Romano, di solito le persone leggono un articolo e non le parole.
      Se ti interessa un articolo leggilo, commentalo eventualmente proponi correzioni. Non leggere solo le parole e fermarti a quelle altrimenti non arrivi mai in fondo.
      Come hai capito l’articolo non è su quella parola che trovi errata e non la cita mai.
      Strafexpedition, per quanto inventata dagli italiani, è usata per indicare quella situazione bellica . Se è usata da professori universitari, in libri di testo, ricerche universitarie ecc. è abbastanza chiaro che è diventata di uso comune e quindi anch’io posso usarla “per convenzione e non per esatta derivazione terminologica”, come fanno tutti, senza che da quest’uso derivi una particolare colpa applicabile a me e me soltanto.

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    • Anonimo
      22 luglio 2018

      GRAMA RISPOSTA EVASIVA!!! Vede che va a cadere sempre nel metterla e la dirottarla come la concepisce Lei, a riprova di quanto obiettatoLe? Meglio riconoscere i propri limiti e lasci fare il Redattore a chi ha capacità migliori (io non lo voglio fare perché non ne ho le potenzialità e mi vergognerei a scrivere nella sua modalità “castroneriale” e pacchiana… ALTRIMENTI LA GENTE NON LE LEGGE, come lei afferma! facendo passare per SEMPLICIOTTI i lettori). Lei è un COSTRUTTORE di FAVOLE che stravolgono la Realtà; ci costruisce ed inventa fatti che si discostano dalla SERIETA’ dei contesti trattati… tanto che, nell’Articolo del 25 APRILE di PIOVENE ROCCHETTE aveva inventato perfino l’UNDICESIMA PIAGA D’EGITTO: le CAVALLETTE TEUTONICHE… che poi trattavansi di LOCUSTE e non di CAVALLETTE. Se non ci si metteva una PEZZA CORRETTIVA !!!… Impari prima meglio a trattare la COMPETENZA LINGUISTICA (come la Grammatica, la Sintassi, il Lessico e le Regole di COMBINAZIONE e COMPORTAMENTO lessico-grammaticali) e soprattutto gestisca meglio la punteggiatura, prima di fare il GIORNALISTA!!! Ritorni ancora a Scuola!!! che ne ha veramente bisogno! Io l’ho già fatto con umiltà, tanto che mi sto studiando ben 5 volumi de L’ITALIANO OGGI (Ed. ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI). Da lì capirà cosa si intende essere GIORNALISTI, REDATTORI, OPINIONISTI, INSERZIONISTI e quant’altro… Studi e continui a studiare che nella vita non se ne sa mai troppe; e non si appaghi della sua Cultura piuttosto ristretta di chi non è neanche tanto bravo A COPIARE e tantomeno INTERPRETARE quello che gli altri hanno fatto, illudendosi di aver raggiunto così il loro stesso livello… Speriamo che i LETTORI sappiano cogliere queste sfumature intellettive e qualitative: faccia un po’ più il Letterato ed un po’ meno il Politico… racconti meno FAVOLE.
      NON MINIMIZZI: gli Articoli sono fatti SOPRATTUTTO DI PAROLE altrimenti non si possono leggere: chi ha mai visto un articolo “in bianco”, senza una parola? Non inverta o stravolga la loro funzione!!! E’ la TATTICA dei Politici che con “GIOCHI” di Parole tentano di falsare la realtà. Se le parole sono esatte non c’è AMBIGUITA’ né MALA-INTERPRETAZIONE.

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    • Anonimo
      22 luglio 2018

      Non si smentisca e non dica BUGIE. Nell’Articolo, la parola STRAFEXPEDITION è citata eccome!!! all’inizio… e tanto più IN MODO SBAGLIATO: l’ennesimo errore, poveri noi! Se non intendeva ciò, impari a SPIEGARSI MEGLIO, non come al solito goffamente e confusamente! Non si scrive StaFFexpedition, basta una sola EFFE.

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    • Anonimo
      22 luglio 2018

      Lo sa che sta usando le mie stesse parole? Che fa!!!, copia???

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  5. Anonimo
    22 luglio 2018

    …e poi, Direttore, è così talmente poco pignolo che non è neanche capace di COPIARE dai manifesti: Piazzetta Karl HAMMER al posto di Karl HARNER. Mio Dio!, in che mani siamo!!!

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  6. Anonimo
    22 luglio 2018

    Lo sa che nel suo BLOG c’è tanto da divertirsi?! Almeno questo lato positivo devo concedergLielo… Però, non c’è motivo di continuare nell’ilarità quando le cose sono univocamente serie!!!

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  7. Anonimo
    22 luglio 2018

    Tutte le sue pallose spiegazioni le sapevo già, senza che Lei me le RISPIEGASSE nel suo significato… Sta facendo inutili precisazioni. Ciò dimostra i suoi LIMITI. Sta parlando solo perché ha la bocca TANTO PER PARLARE – come si dice – e non c’è bisogno dell’ennesima TESI DI LAUREA per far bella figura. In futuro, cerchi di non ripetersi!!! Sta diventando noioso!!!

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  8. Anonimo
    23 luglio 2018

    ORA BASTA!!! Se per risolvere le Diatribe si arriva a scegliere il metodo del confronto battagliero, ovvero “LA GUERRA”, è meglio fermarsi e cercar di rinsavire ed abbandonare l’Arma – anche se non è quella tradizionale come il termine la identifica – della Dialettica di Offesa Reciproca e addivenire ad un Armistizio, senza aspettare la canonica data del 4 NOVEMBRE… Questa “Offensiva di Mezza Estate”, nata tra le “parti in lotta”, è meglio che si fermi immediatamente. E’ meglio quindi, come si è detto, rinsavire in tempo e rendersi conto che, per dei futili principi/motivi, si è andati ben oltre gli educati e pacifici rapporti interpersonali, sfociati in un vero CONFLITTO, paradossalmente in consonanza con il contesto trattato. Siamo d’accordo?
    Non è il caso di passare per litigiosi a qualunque costo; non è il caso di fregiarsi di strani motti: MOLTI NEMICI, MOLTO ONORE per “contare” (cioè, per avere importanza); non è il caso di schierarsi su posizioni antitetiche – che diventano “antipatiche” – di schieramenti di qualsiasi sorta.
    Meglio appellarsi alla Diplomazia della Razionalità affinché tutto si risolva!!! Per natura siamo portati a ritenere che le proprie opinioni siano quelli giuste… e ci “sacrifichiamo” all’esasperazione per farle prevalere su quegli degli altri, “combattendole”. In sostanza, è La Guerra Infinita dei Princìpi per cui orgogliosamente e tenacemente ci schieriamo, senza accorgersi che poi, a conti fatti, la sua teatralità “sfocerà nel ridicolo”. Stabilire chi ha torto o chi ha ragione è sempre difficile, se non paradossalmente con una sentenza di una persona che faccia da Giudice per stabilire chi, per primo, debba presentare le scuse all’altro; tralasciando ciò, optiamo per il buon senso e, diciamo, che entrambi dobbiamo delle scuse all’altro per i toni accesi e litigiosi: così non si ferisce l’orgoglio di nessuno.
    Però, quello che è “disarmante”, è che nessun Lettore sia intervenuto a fare da mediatore/moderatore con un proprio commento; come che si fosse compiaciuto e divertito a vedere delle persone che si azzuffassero. La Gente è veramente strana… apatica, direi: mai che si interessi “civicamente” a concorrere personalmente nelle vicende di questa nostra esistenza (sociale o non…). Saluti.

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  9. Anonimo
    2 settembre 2018

    Scusate ma: “difendere l’italia”? “Trento liberata”? Ma di cosa stiamo parlando? Difendere un paese cha ha dichiarato guerra? Liberare una città che non è mai stata conquistata?

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    • accogliamoleidee
      2 settembre 2018

      Parliamo della retorica di guerra. Così venne presentato l’ingresso a Trento delle truppe italiane. La propaganda di guerra ha sempre agito così e così agisce anche oggi. E anche in tempo di pace quanto a propaganda …

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